sabato 5 aprile 2008

La palazzina Nuovi progetti

Dite la vostra.

2 commenti:

Roberto ha detto...

Cari amici, intervengo su tre questioni (con altrettante proposte) di cui una sola riguarda la nuopva palazzina. Andrea, se lo ritieni utile puoi spostare questo intervento nella sezione del sito più opportuna (in tal caso ti ringrazio in anticipo).

Le trew questioni sono: (1) il ritardo nei pagamenti della quota sociale mensile; (2) il rimborso dei danni subiti dalle imbarcazioni in occasioni di incidenti sul fiume; (3) il progetto “alternativo” di rifacimento del circolo.

(1) “Il ritardo nei pagamenti della quota sociale mensile”. Ci lamentiamo che un certo numero di soci (ahimé spesso anche il sottoscritto!) tende a pagare in ritardo le quote mensili. Ma ci siamo mai domandati perché ciò avviene e come si può prevenire il fenomeno? Il punto è che non esiste al momento alcun incentivo o punizione per scoraggiare questi comportamenti. Vi propongo due approcci. Il primo si basa sull’introduzione di una “punizione” per i ritardatari: sostanzialmente, nell’anno contabile (dicembre-novembre) chi paga in ritardo per più di due volte la quota mensile (ad esempio oltre il 5 del mese di riferimento) all’inizio dell’anno contabile successivo deve versare anticipatamente tante mensilità quanti sono stati i mesi di ritardo nell’anno precedente; se non provvede entro un mese, gli viene data una multa (ad esempio il 20% della quota per ogni mese di ritardo) e se persevera viene espulso. Tutto molto semplice. Il secondo approccio si basa invece sull’introduzione di un “incentivo”, un premio, a pagare puntualmente; questa idea non è ascrivibile a me ma a Tommaso Genovino, che ringrazio per avermi autorizzato a riportarvela, perché la condivido pienamente. Si tratta di introdurre uno sconto sulla quota mensile, che proporrei di quantificare tra il 5 e il 10% (diciamo 10 euro al mese), a chi paga sistematicamente tramite bonifico bancario. Tenete presente che ciò solo apparentemente si tradurrebbe in minori introiti per il circolo. Se seguissimo tutti questa pratica, il circolo ne guadagnerebbe in termini di maggiori interessi attivi e/o minori interessi passivi. Anche i nostri pagamenti sarebbero più puntuali, con indubbie semplificazioni amministrative.

(2) “Il rimborso dei danni subiti dalle imbarcazioni in occasioni di incidenti sul fiume”. Di recente ho urtato con un nostro 4x dove stavo al timoniere una barca di un’altra società (concorso di colpa); la nostra imbarcazione ha riportato la rottura di uno scalmo e abbiamo provveduto a rimborsare il circolo delle spese di riparazione. Essendosi trattato del primo incidente in oltre 20 anni di carriera al timone, non avevo mai pensato a questo problema. Mi sono anche informato sulle prassi che seguiamo in questi casi, apprendendo che effettivamente da qualche anno chiediamo ai soci il rimborso dei danni, anche se abbiamo qualche difficoltà a farci dare tempestivamente le somme e a quantificarle quando si tratta di riparazioni che facciamo eseguire dai nostri dipendenti. A seguito di questa esperienza, mi domando se non sia utile prevedere di introdurre una qualche forma di assicurazione contro questi danni, che copra sia quelli riportati dalle nostre barche sia quelli subiti dalle barche di altri circoli coinvolti in un incidente dove la colpa è la nostra. Possiamo prevedere due modalità operative. (1) La prima è di stipulare una polizza con una compagnia di assicurazioni (ad esempio Augusto Passacantilli potrebbe far predisporre qualche preventivo), suddividendo il costo pro-quota tra tutti coloro che vogliono usare le barche. In sostanza l’assicurazione diverrebbe obbligatoria per essere abilitati all’uso delle barche. (2) Una modalità alternativa è che è il circolo stesso a svolgere la funzione di ”assicuratore”. In pratica, per la definizione del premio annuale, si potrebbe calcolare l’importo medio dei danni subiti negli ultimi tre anni da suddividere pro-quota per i soci che usano le imbarcazioni. Essendo una assicurazione che ci facciamo “in casa” dovremmo prevedere una franchigia (ad esempio pari a 100 euro, che resta a carico di chi provoca il danno) e una sorta di bonus-malus. Questa seconda soluzione è quella che preferisco, perché evita di far fare i profitti all’assicurazione in quanto dato il meccanismo per il quale il premio annuale è stabilito sulla base dei costi medi dei tre anni precedenti, negli anni fortunati il premio si abbassa e in quelli sfortunati aumenta con l’obiettivo di raggiungere il pareggio tra entrate e uscite e non di fare profitti. Inoltre evitiamo eventuali contenziosi con le assicurazioni. Quale che siano le modalità operative, credo che comunque questa proposta di introdurre una assicurazione danni per gli incidenti in barca ci consenta di evitare discussioni con i soci quando provocano incidenti e di garantire la massima celerità nei pagamenti per la riparazione dei danni. Dal punto di vista del socio, con una somma che dovrebbe essere inferiore ai 50 euro all’anno si va a remare molto più tranquillamente!

(3) Ritorno brevemente sulla questione del cosiddetto “progetto alternativo” per la ristrutturazione del circolo. Purtroppo è assolutamente vero che se qualche socio di buona volontà non si impegna per metterlo a punto, così come, al di là delle opinioni di merito, ha fatto con grande altruismo Francesco Brancaccio, alla fine rischiamo di non avere nulla di concreto. Trattandosi di una attività di progettazione piuttosto impegnativa e di un passaggio fondamentale, direi storico, nella vita del circolo, perché non pensare di chiedere un contributo straordinario ai soci per far predisporre un progetto “chiavi in mano” (quindi comprensivo di una valutazione completa dei costi e eventualmente dei permessi necessari) a qualche studio che si occupa professionalmente di queste cose? Non ho la minima idea di quanto possano costare questi progetti. Posso solo immaginare che se ad esempio mettessimo 30 euro di quota straordinaria, avremmo circa 9000 euro che dovrebbero essere sufficienti per predisporre un progetto. Naturalmente dovremmo prima formare una commissione che fornisca il quadro di riferimento a chi deve materialmente predisporre il progetto (in sostanza definisce le linee guida di ciò che vogliamo); eviterei inoltre che siano direttamente coinvolti nella sua realizzazione architetti e ingegneri soci del circolo, per evitare inutili e sterili polemiche; questi ultimi potrebbero dare invece un contributo fattivo nella fase di valutazione del progetto. Data l’importanza fondamentale della questione, così facendo si potrebbe recuperare del tempo prezioso e avere dopo l’estate due progetti alternativi tra loro tra i quali scegliere. Date le cifre in gioco credo che 30 euro (se sono sufficienti) sarebbero ben spesi.

Infine una prece. Vi è mai capitato di venire al circolo la mattina presto, diciamo verso le 6.30? Bene, se lo fate noterete come spesso molte luci sono accese. Possibile che non si possa mettere un timer che stacca la corrente dalle 11 di sera alle 7 del mattino? Ero convinto che vi fosse, ma di recente ho verificato che se c’è non funziona! Non mi sembrano questi i tempi per sprecare così inutilmente e stupidamente una energia elettrica sempre più costosa.

In conclusione, come noterete le proposte 1 e 2 possono essere realizzate a costo zero in tempi brevissimi; credo sia sufficiente una delibera del CD. Il punto 3 è più articolato ma forse vale la pena di verificare se c’è una disponibilità dei soci in tal senso. Infine, un timer costa solo pochi euro e ce ne può far risparmiare molti.

Grazie per l’attenzione e un saluto a tutti

Andrea Pinci ha detto...

Va bene così.Grazie per il tuo intervento.
Andrea